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Calma, Calma, Calma è la parola d’ordine di questi momenti che stiamo vivendo ai tempi del Coronavirus. Oggi intera pagina sul quotidiano Il Tirreno dedicata al mio articolo sull’efficace gestione di questa fase che ci vede tutti coinvolti in questi giorni che amo definire più di “ritiro” che di isolamento.

La parola d’ordine? Calma

Cantiamo ai balconi, coloriamo lenzuola con i nostri figli, ma stiamo anche attaccati ore e ore alla tv e ai social in attesa della notizia che riaccenda la luce. Spesso però la “fatica del buio” in queste ore sembra sopraffarci.

Come riuscire a stare meglio, a tenere lontana l’angoscia? Qualche indicazione utile ce la dà una “allenatrice della mente” professionista: Rosy Falcone. Rosy è una business & mental coach certificata. Ideatrice del metodo PharmaCoaching® per medici e farmacisti, sviluppa da oltre quindici anni programmi di coaching personalizzati per aziende e privati. Fornisce competenze e strategie motivazionali per attivare nell’individuo l’efficace benessere fisico e mentale.

Ecco i suoi consigli.

Calma, calma, calma, è la parola d’ordine che in questi giorni dovrebbe circolare. Questa pandemia da Coronavirus va sconfitta con un pezzo di strada che ognuno di noi deve fare. Quello che vediamo dell’Italia che canta dai balconi, è la bella espressione degli italiani che si sentono uniti e che vogliono manifestare la loro fiducia nel buon esito della situazione ma è anche l’esorcizzazione di uno stato di “compressione” che ha bisogno di essere espresso, liberato.

Non è semplice per molte persone rimanere “rinchiuse” a casa a dover gestire nuovi ritmi di vita, a dover stare tante ore con la famiglia, a condividere talvolta spazi limitati o quant’altro rappresenti qualcosa di nuovo che ha intralciato le proprie abitudini. Ebbene a tutto questo dobbiamo rispondere nella maniera giusta. Il virus, anche se è considerato un nemico invisibile, lo possiamo paradossalmente controllare e annientare come è successo già in alcune località come Codogno e Vo’. Perché questo accada è chiaro che vale la primaria regola del restare a casa. Vi è poi un altro aspetto da considerare ovvero come restare a casa, con che pensieri? Con che organizzazione della convivenza? Con che visione della situazione? Occorrono strategie personali ben definite per vivere serenamente questi giorni che preferisco chiamare giorni di “ritiro” piuttosto che di isolamento. L’espressione “andare in ritiro” (usata peraltro anche nello sport) ci dice che siamo chiamati a prepararci, ad allenarci a una nuova sfida e poi a guardarci dentro, a comprendere il valore di ciò che abbiamo, a cogliere lo scandire dei minuti e delle ore e a comprendere il valore della vita. Lo stare bene, in un momento come questo, è essere ricchi, avere il valore più importante che è la salute.

 

È positivo quindi considerare le opportunità che derivano da questo nostro “ritiro” ma non dobbiamo dimenticare che vi sono persone che contattano medici di base, farmacisti, psichiatri, mental coach, per avere supporto e sentirsi rassicurati dalla loro ansia e preoccupazione perché hanno difficoltà a rimanere tranquilli. A queste persone soprattutto dico che bisogna crederci! Credere che andrà tutto bene e che nella storia dell’uomo tante situazioni sono state superate. Questa situazione rappresenterà un “risveglio della coscienza collettiva”.
Nel mondo i Governi saranno più attenti, quando tutto sarà finito, a preservare la salute del pianeta e dell’umanità. Avranno imparato che basta un piccolo virus per mettere in ginocchio l’intera umanità. Siamo di fronte al più importante momento di cambiamento mondiale e proprio per questo anche di crescita per l’individuo.

A tutto questo quindi quale risposta adattiva è in grado di dare l’individuo? Come ogni persona si rappresenta ciò che sta accadendo? E soprattutto quali convinzioni sviluppa l’essere umano di fronte a un simile fenomeno? Andiamo per gradi e ognuno di noi si ponga le seguenti domande.

1. Cosa credo di quanto sta accadendo? Come mi fanno sentire le immagini che vedo in tv?
Sicuramente nulla di buono ma questa è un’energia che dobbiamo trasformare, è da qui che dobbiamo partire ovvero dal riconoscere che ognuno di noi deve fare un pezzo di strada. Il medico dare il suo meglio in corsia, i Farmacisti servire i cittadini per le loro necessità, le Forze dell’ordine far rispettare le ordinanze, i panettieri fare il pane, i trasportatori portare gli alimenti nei supermercati, i tassisti accompagnare i clienti per le urgenze, chi offre servizi necessari essere a disposizione. E tutti noi, stare a casa, a fare il nostro pezzo di strada. Ma questo deve prima di tutto avvenire nella nostra mente, è qui che dobbiamo compiere il nostro percorso. La nostra mente deve aprirsi al senso di possibilità e non di impossibilità. Riscontriamo che ci attiviamo più facilmente quando è insito in noi il senso di possibilità delle cose ovverosia non ci precludiamo la possibilità di vedere il risultato che vogliamo ottenere.
Dire “io posso” mi apre risorse, mi stimola a dare il mio meglio, pensare invece che “non è possibile” o “è difficile”, mi chiude l’accesso alle mie risorse. Occorre pertanto considerare che la frase “andrà tutto bene”, slogan che imperversa tra tutti gli italiani, non è solo una frase da scrivere su un cartello ma è necessario sentirla profondamente.

2. Quanti telegiornali e talk show guardo in una giornata?
Come in passato trasmettevano i bollettini di guerra, così anche oggi i notiziari trasmettono i numeri delle vittime ed ecco che le persone entrano nel panico. Occorre quindi proteggersi. Dosate l’ascolto dei telegiornali, dei dibattiti e di tutti i talkshow che parlano sempre dello stesso argomento. Ascoltate della buona musica, leggete, scrivete. Riordinate vecchi oggetti, riprendete a fare dei lavori artistici come bricolage, pittura ecc. Tenete la mente occupata!

3. Cosa faccio per tenere alto il mio sistema immunitario dal momento che oggi nessuno può permettersi di stare male?
Forse pochi sanno che la paura e l’ansia sono potenti immunosoppressori. Ovvero generano nell’organismo minori difese immunitarie come risposta a batteri e virus. Quando siamo ansiosi e preoccupati siamo più attaccati dal senso di non risposta e non reazione agli eventi. Cosa fare quindi? È necessario muoversi tra le pareti domestiche evitando di stare troppe ore seduti sul divano.

 

In conclusione, voglio ricordare che ciò in cui noi crediamo costituisce un filtro mentale che ci limita nei risultati se le nostre convinzioni non sono positive. Chi crede che questa situazione si risolverà, avrà le porte aperte per vivere meglio queste giornate di “ritiro” e permetterà alla propria mente di attivare risorse inesplorate, che faranno comprendere quanto bella è la vita e quanto merita di essere vissuta appieno in ogni suo istante.

Rosy Falcone –

tel:346.5307819.