Riflessioni sul Mental Coach per il benessere del Lavoratore
È mia opinione che la preparazione mentale sia importante nell’ambito lavorativo al pari di quanto avviene nello sport. Il Mental Coach per il benessere del Lavoratore in azienda oggi non è ancora pienamente entrato a supporto dei lavoratori. La mia riflessione ha origine dai risultati letti questa mattina relativi a uno studio olandese (condotto dal Dutch Working Conditions Act). Secondo questo studio risulta che il 46% degli italiani è insoddisfatto del proprio lavoro, dato questo che ci colloca nella graduatoria europea tra i paesi a livello medio alto di insoddisfazione. A questo si aggiunga che nel 2018 ci sono stati 1450 decessi sul luogo di lavoro o in strada “in itinere”. In realtà in Italia esistono leggi per cercare di prevenire le “morti bianche”, leggi che chiedono il rispetto di procedure e l’adozione di presidi che tutelino il lavoratore.
Quello che manca, a mio modo di vedere, è l’analisi del perché una così alta percentuale di persone è insoddisfatta del proprio lavoro. Noi sappiamo che se il lavoro non viene vissuto con partecipazione crea infelicità dalla quale può scaturire la disattenzione o la trascuratezza che possono favorire gli incidenti sul lavoro. La medicina del lavoro può giocare un ruolo importante ma credo che la presenza di un Mental Coach che aiuti i lavoratori motivandoli e spronandoli, sarebbe di grande utilità. Se si è felici sul lavoro si rende di più e si è più rispettosi di se stessi e delle procedure di sicurezza.
Il lavoro come soddisfazione della propria vita
Il lavoro deve essere inteso non unicamente come il mezzo attraverso il quale ci procuriamo il sostentamento per vivere. Ma anche la realizzazione di un processo finalizzato alla soddisfazione dei propri bisogni e al raggiungimento della propria felicità. Cito la frase di Confucio che recita:
“Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neanche un giorno della tua vita”
Ritengo che questa frase possa anche essere trasformata in “Ama il lavoro che fai e non dovrai lavorare neanche un giorno della tua vita”. Questo perché non sempre le persone sono nella condizione di scegliere il lavoro che amano. Se questo accade, devono avere degli strumenti e degli accorgimenti, che gli consentano di stare bene anche in una condizione lavorativa impegnativa e fatta di sacrifici. D’altro canto, se si ignorano i meccanismi interni sui quali agire per essere sereni e soddisfatti, occorre rivolgersi a un professionista in grado di offrire le risorse che mancano. C’è in gioco il benessere non solo lavorativo ma anche di relazione. Del resto trascorriamo più tempo al lavoro che a casa.
Mi auguro di aver acceso il tuo interesse su questo tema, spesso trascurato, ma con il quale ci dobbiamo confrontare quasi quotidianamente. È mia intenzione pertanto di ritornare sull’argomento focalizzando l’attenzione su quelle che possono essere le soluzioni e i rimedi a questa problematica sociale.
Rosy
Buon giorno Rosy, condivido al 100% la tua riflessione e il tuo pensiero riguardo il “lavoro” di ogni persona.
Personalmente ho iniziato a gennaio 2017, a cercare un professionista che potesse seguirmi sul mio processo lavorativo. Ho trovato, dopo varie ricerche e colloqui, una coach che ha saputo in primis coinvolgermi emotivamente partendo dal cuore per arrivare alla mente.
Mi ha insegnato ad essere:
– più razionale
– meno emotivo
– capire le priorità più importanti per me
– calendarizzare il mio lavoro con l’esterno ma anche all’interno della mia mente.
Grazie Rosy di avermi dato la possibilità di essere seguito da te!!!
Ti ringrazio Fabrizio. Per me è un piacere seguirti e affiancarti nel tuo percorso di crescita personale e professionale. Tu sei una persona che sa “mettere cuore” e grande volontà nel lavoro che svolgiamo insieme e questi sono importanti presupposti per poter far accadere ciò che si desidera e raggiungere così i propri obiettivi. Sono felice e orgogliosa di lavorare e ti reputo un grande professionista nonchè un uomo di valori.