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“Non volere una cosa per la paura di non ottenerla….”

È’ un meccanismo interno che molte persone sviluppano supportato dalla sensazione “Vorrei ma non posso”.  Spesso induce gli individui a non decidere, esporsi o compiere azioni.

In realtà, questo è uno stato mentale che può notevolmente limitare una persona a dare il suo meglio. È la diretta espressione della sensazione che vi sia un’incapacità o un’impossibilità a ottenere qualcosa o raggiungere un traguardo.

Chi è affetto da questo “virus della limitazione”, per il timore di non farcela o per la paura di un rifiuto, NON AGISCE, NON PRENDE DECISIONI, SI FA DA PARTE! In definitiva non vuole rischiare di incorrere in un fallimento. Ma che cos’è un fallimento se non un risultato dal quale partire?

“Vorrei ma non posso” è quindi un filtro mentale che limita la percezione del senso di possibilità e nel farlo blocca, paralizza e chiude tutte le possibili aperture all’uso di risorse personali. Molte persone hanno inconsapevolmente questo “chip mentale” che peraltro può generare degli effetti in vari ambiti, tra cui:

LAVORO:

  • non si prendono delle decisioni per il timore di assumersi delle responsabilità;
  • si teme l’assunzione di un nuovo incarico per la paura di sbagliare o non essere all’altezza;
  • non si è assertivi e il cambiamento solitamente fa paura.

SENTIMENTI:

  • non ci si sbilancia a dichiarare il proprio amore per la paura di essere rifiutati;
  • non ci si sente adeguati alla persona con la quale si vuole stabilire una relazione;
  • ci si mette in ombra per il timore di non essere al posto giusto nel momento giusto.

SPORT:

  • si smette di allenarsi perché si pensa di non poter diventare un campione
  • si dà la colpa a cause esterne che hanno limitato la performance
  • si continua a fare i gregari per non esporsi troppo.

Questi sono solo alcuni esempi, probabilmente ve ne sono altri che ti vengono in mente. In ogni caso per non rimanere contagiati da questo “virus mentale” dobbiamo distinguere un altro tipo di “vorrei ma non posso”. Trova la sua giustificazione quando una persona, concretamente, non è nella possibilità di ottenere qualcosa perché le mancano delle risorse per cause esogene indipendenti dalla propria volontà.

Ad esempio chi è sempre andato in giro con un’utilitaria è improbabile che da un giorno all’altro sieda al volante di una  Ferrari. In questo caso il  “vorrei ma non posso” è giustificato, (mancano le risorse economiche per comprare l’auto) quindi è un dato oggettivo. Un altro esempio è non entrare a fare shopping in una boutique di lusso perché scatta il chip “vorrei ma non posso”, (ovvero non ho la disponibilità economica). Come vedi anche qui lo stato mentale può avere il sopravvento ma trova una sua giustificazione.

Quanto detto configura quindi due realtà: la prima relativa al chip mentale dipendente da un fattore interno (una sensazione limitante che si può gestire e superare). La seconda strettamente dipendente da una condizione esterna (non posso perché non ve ne sono le condizioni). Mi auguro di averti chiarito la differenza.

Come incidere quindi nelle situazioni dove questo filtro mentale ci limita per fattori endogeni?

La parola chiave è allenarsi a OSARE! In tutte quelle situazioni dove hai la sensazione di essere rallentato per un senso di impossibilità che scatta nella tua mente, chiediti:

“Cosa me lo impedisce?” e “Cosa otterrò nel farlo?”

Abbandoniamo quindi il virus dell’insuccesso e apriamoci al senso di possibilità. “Ristrutturiamo” quindi la sensazione o falsa convinzione del  

 

“Vorrei ma non posso” in “LO FACCIO, AGISCO!”.

Mi auguro che questo articolo possa averti dato degli spunti di riflessione sui quali costruire delle strategie personali efficaci.

“Tu puoi, Tu scegli Tu vali! “